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Cittadinanza italiana iure sanguinis e D.L. 36/2025: profili di legittimità europea e scenari referendari

La riforma cittadinanza italiana 2025 ha modificato profondamente il quadro normativo. Con l’introduzione di nuovi requisiti, la riforma cittadinanza italiana 2025 ha influenzato migliaia di procedimenti ancora pendenti.

1. Effetto retroattivo e giurisprudenza

Uno degli aspetti più contestati è l’applicazione della nuova normativa anche ai procedimenti in corso, ovvero alle domande presentate prima del 28 marzo 2025. La recente sentenza n. 375/2025 del Tribunale di Campobasso (fonte) 11 delle Preleggi (principio di irretroattività);

  • l’art. 3 della Costituzione (principio di eguaglianza);
  • l’art. 24 della Costituzione (diritto di difesa).

2. Riforma cittadinanza italiana e diritto UE

Nel contesto dell’Unione Europea, la cittadinanza di uno Stato membro è strettamente connessa al godimento di diritti fondamentali. Le restrizioni introdotte dal D.L. 36/2025 potrebbero violare:

  • l’art. 20 della Carta dei Diritti Fondamentali UE (link);
  • l’art. 21 (divieto di discriminazione);
  • l’art. 9 TUE e l’art. 20 TFUE (diritti connessi alla cittadinanza dell’UE).

In particolare, l’esclusione dei discendenti oltre la seconda generazione può risultare sproporzionata rispetto agli obiettivi dichiarati, e quindi incompatibile con i principi europei.

3. Cittadinanza italiana 2025 e tutela secondo la CEDU

Secondo la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU);

  • l’art. 14 CEDU (divieto di discriminazione).

La Corte EDU ha più volte sottolineato che, pur non essendo la cittadinanza un diritto autonomo garantito dalla Convenzione, ogni misura che ne limita l’accesso deve rispettare il principio di proporzionalità e non creare discriminazioni arbitrarie, soprattutto quando incide su legami familiari consolidati.

4. Referendum su riforma cittadinanza italiana

La reazione politica e civile contro il D.L. 36/2025 ha portato all’annuncio di un referendum abrogativo. La consultazione, prevista per l’8 e 9 giugno 2025, mira a eliminare:

  • il limite delle due generazioni per il riconoscimento della cittadinanza;
  • il requisito della residenza effettiva in Italia.

Un eventuale esito favorevole all’abrogazione potrebbe riaprire il dibattito parlamentare e modificare nuovamente il quadro normativo.

5. Conclusioni operative per chi richiede la cittadinanza

Il D.L. 36/2025 apre numerosi fronti di conflitto giuridico. Gli avvocati che assistono richiedenti la cittadinanza per discendenza devono valutare:

  • la proponibilità di ricorsi fondati su diritti UE e CEDU;
  • la strategia più efficace per ogni categoria di discendenti;
  • la possibilità di sollevare questioni di legittimità costituzionale e pregiudiziali europee.

La difesa della cittadinanza, specie in riferimento alla riforma cittadinanza italiana 2025, si gioca oggi anche a livello sovranazionale.

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Studio Legale Luciani
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https://www.studiolegaleluciani.eu

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